Acquario Tanganica
Hello guys!
Questo è l’acquario che mi è meglio riuscito, anzi, forse è il mio unico acquario veramente riuscito lol.
Prima vediamo i tecnicismi, poi magari vi racconto come son arrivato a questo punto:
La foto è di Giugno, ed è l’ultima fatta con la reflex, ma di seguito una col telefono dell’altro giorno:
I colori nel telefono son leggermente falsati, ma comunque non è male.
Allestimento
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Fondo:
sabbia di fiume lavata, circa 20 KG -
Arredi:
rocce di travertino anticato -
Piante:
Vallisneria spiralis, Ninphea lotus -
Tecnica:
Filtro Juwel, riscaldatore, pompa di movimento (spenta attualmente), luci LED 110W, centralina Arduino per alba/tramonto
Fauna
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Julidochromis marksmithi “Kipili”
Presi in gruppo di 8, 5 da un negozio e 3 da un altro. I tre del secondo negozio son morti ancora in quarantena. Qui sotto in quarantena:
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Neolamprologus brichardi
Ne ho preso un gruppo di sette esemplari da un amico, Roberto, che abita vicino a @Shadow con l’intenzione di formare una coppia e poi dare via gli altri.
Qui sotto nella foto, appena arrivati:
Gestione
La gestione è simile a quella che si ha per questi biotopi.
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Alimentazione
Attualmente do cibo una volta al giorno, il secco con Tropical soft line, il congelato amtra di vario genere (dafnie, mysis, krill, ecc), lombrichi vivi se capita. -
Gestione acqua
Cambio se possibile acqua ogni settimana, con cambio “continuo”. Attacco la canna dell’acqua sul rubinetto, e lo scarico verso il giardino/scarico del bagno. Questo per non far seccare le alghe nei sassi più alti. Una volta lasciato acceso il tutto mezzora, reintegro i sali persi nel processo. In particolare uso una miscela di sali Seachem tanganyika buffer, e sali per marino, in proporzione rispettivamente 2 parti e 3 parti. Ne aggiungo fino a tornare a una conducibilità di circa 700/750. La conducibilità è data dal raggiungimento di particolari valori confrontando l’acqua del Tanganyika con quella del mio rubinetto. Ovviamente son in eccesso di qualche elemento, ma in proporzione non mi distacco molto dai valori reali. -
Pulizia
Pulisco i vetri di rado. Ultimamente più spesso per poter far le foto. Infatti anche se trasparenti e ottimi alla vista, per fare le fotografie devo tenerli pulitissimi, perché quella leggerissima patina che si forma in pochi giorni, nelle foto si traduce in un effetto “morbido”. Oltre al problema che l’autofocus potrebbe “agganciare” il vetro.
Normalmente, una pulizia ogni 2 mesi è sufficiente ad avere i vetri trasparenti allo sguardo.
Stato delle riproduzioni delle specie allevate
Neolamprologus brichardi
Con i brichardi è stato facile, una volta diventati adulti (circa 6 mesi dopo), si son formate 3 coppie. Due si son riprodotte, una delle due ha allevato sia i suoi che gli avannotti dell’altra coppia. Dopo un po’ è divenuta l’unica coppia dominante, le altre si son sciolte, ma i membri non vengono scacciati. Ero convinto di dover tenere la sola colonia, ma evidentemente le dimensioni della vasca permettono gerarchie più complesse.
In questa specie si riproducono sempre i soliti due esemplari, oramai quelli della prima nidiata son adulti, ma comunque collaborano alle cure e rispettano la gerarchia. Qui sotto uno di loro:
Julidochromis marksmithi
Dalle loro mancate riproduzioni ero addirittura convinto di aver beccato cinque esemplari dello stesso sesso. Poi ho notato le uova e mi son tranquillizzato. Purtroppo però non difendono la prole, ed è stata la prima di una serie di riproduzioni senza successo. Il tutto iniziato a gennaio di quest’anno.
Approfondimento della gestione dell’acqua e del perché dei sali
Insospettito dal colore dei julidochromis, mi son deciso di smettere di usare solo bicarbonato di sodio, ma di provare dei sali per tanganyika. I risultati in meno di un mese si son fatti vedere. Da un giallo sbiadito a dei gialli accesi. Nelle specie del lago lo scambio di nutrienti con la colonna d’acqua è importantissimo, e infatti compensano eventuali mancanze dell’alimentazione con quello che trovano in acqua. Essa deve essere ricca di magnesio e calcio. Deve anche avere tutto un insieme di oligoelementi essenziali per la crescita corretta delle specie del lago. Inoltre il pH 9 è fondamentale, non può essere più basso. Ho notato invece che la temperatura è quasi meno importante, in quanto è vero che nel lago è costante, ma i pesci si spostano e nuotano, passando da zone vicino la riva, fino a zone molto più profonde, dove l’acqua è più fredda. Ho trovato un buon compromesso lasciando il riscaldatore fisso a 22 gradi, d’estate sarà il naturale calore ad alzarla.
Per ottenere un’acqua soddisfacente ho fatto un po’ di prove, il bicarbonato di sodio da solo non è sufficiente. Ho quindi testato dei sali appositi per Tanganyika, son ottimi, ma ancora non mi soddisfacevano appieno, sia per il costo, sia perché la composizione è poco chiara. Ho trovato un punto d’incontro utilizzando sali per marino, che so contenere tutti gli oligoelementi essenziali, e i sali Tanganyika buffer della Seachem.
Credo che si possano trovare altre buone alternative, ma per ora son soddisfatto così. I sali per marino hanno un senso: il Tanganyika è un lago formato da un movimento delle placche che ha trasformato un pezzo di mare in lago, che negli anni (moooooltissimi anni) si è addolcito, ma tra i laghi conserva alcune caratteristiche del mare, come il pH alto, un’alta concentrazione di sali, ricco di sodio, potassio e magnesio.
L’altra nota difficile di questo biotopo è la quantità di nitrati e fosfati. Nel lago si parla di microgrammi/l, noi non abbiamo test così precisi. Tuttavia rimanere sotto l’indice di rilevabilità dei nostri test, mi pare un buon compromesso. Nel mio caso il limite inferiore dei nitrati è 1, e per i fosfati 0.05 mi sembra. Ai cambi son sotto quei valori, dopo averli testati un po’ di volte, ora li testo di rado, per esempio l’ultimo test l’ho fatto ad agosto. Questo perché essendo la gestione costante, trovo inutile perderci tempo. Tuttavia li faccio nel caso notassi qualcosa di strano o non rispettassi l’andamento normale (salto troppi cambi, esagero col mangime, do troppo vivo,…)
Galleria
Concludo questa presentazione con qualche foto, partiamo dagli albori.
Gennaio 2017, appena allestito:
Marzo 2017, dopo aver introdotto i pesci:
Maggio 2017, finita la costruzione della plafoniera:
Luglio 2017, si iniziano a vedere finalmente le prime alghe, punto infatti ad un effetto naturale:
Gennaio 2018, dopo un anno:
Marzo 2018, finalmente le foto con la reflex:
Giugno 2018, le alghe son mezze scomparse, più tardi mi son spiegato questo fenomeno con la congiunzione di un cambio della ricetta dei sali e del caldo crescente:
Ottobre 2018, dopo un assestamento le alghe stanno tornando (foto col telefono):
Il mobile e l’acquario
L’avventura è iniziata da un acquario usato, da pulire, e un mobile da costruire, lascio qualche foto del lavoro svolto:
Acquario da pulire, con il filtro recuperato da un altro acquario.
Prova di posizionamento della parte sopra del mobile, fatta di travi di abete.
Verniciatura ed allineamento della struttura inferiore.
Il mobile finito, da notare il vetro sotto.
I sassi che finiranno nella vasca