Di solito i driver in corrente che si trovano in commercio riescono solo ad abbassare la tensione in ingresso.
Quindi per esempio se ti occorrono 35 volt in uscita per avere tot corrente, un alimentatore a 24 V sarà insufficiente mentre uno da 48 andrà bene (sempre che il driver supporti i 48 V).
Allora, ho controllato la tensione in uscita ai capi di uno dei canali dei driver. Ho trovato che la tensione varia, in questo caso, con 4 led nel canale, tra circa 11,6 e 8,1. Che già mi puzza un po’. Ho misurato anche la corrente con un multimetro, mi risulta variabile anche quella tra 0,7 e 0,35
Il driver sembra un po’ furbacchione in quanto controlla la corrente variando la tensione e non facendone non una PWM.
In pratica equivale al girare la vitina di regolazione di tensione di un alimentatore comune, solo che lo fa automaticamente lui.
Per questo motivo, torna che dimezzando la corrente (700 -> 350 mA) la tensione scenda meno della metà, essendo la caratteristica tensione-corrente del diodo un’esponenziale.
Rispetto a quelli che fanno la PWM della corrente (cioè corrente nominale accesa e spenta a tensione costante per ottenerla) cambia la resa cromatica del LED, in maniera relativamente leggera ma tanto più considerevole quanto più la tensione si allontana dalla nominale.
Per i Nichia in esame, cambia abbastanza poco in realtà, comunque nel datasheet c’è un grafico che mette in relazione la corrente di alimentazione con la cromaticità (Forward Current vs. Chromaticity Coordinate).
Il LED invece è felice di lavorare a tensioni più basse perché scalda meno, quindi nessun problema per quanto riguarda durata del chip.
Poi stavo pensando all’ottica. Quando leggo"parabola a 30°", l’angolo da 30 che si intende, qual è?
Dovrebbe essere l’angolo “intero”, cioè il β della tua figura.
Di solito si intende che il 50% del flusso luminoso emesso è dentro quell’angolo.