La debolezza di alcuni poecilidi selvatici (Heterandria formosa, Poecilia obscura, Xiphophorus pygmaeus)

@Rocca ti rispondo senza citarti che sennò siamo troppo lunghi.
1 certo che ti fanno referti veri il servizio è pubblico non ti ridono certo dietro :grimacing: al limite ridiamo per come certa gente affronta certe situazioni (un po’ una risata un po’ una bestemmia in realtà). Per altro è un servizio molto usato per le koi in cui il singolo pesce ha un valore rilevante (figurati il laghetto… pesci splendidi). In acquari normali si fa prima a fare tabula rasa anche se di per se il costo del l’analisi non è per nulla proibitivo. Il problema più grosso semmai è che gli ittiopatologi normalmente sono pochi (meglio dire uno) e quindi non c’è proprio modo di starci dietro magari. Bisogna mettersi d’accordo ma il servizio se riesce lo fa. Gli ittiopatologi sono veterinari. Io sono biologo e ho fatto la tesi magistrale in ittiopatologia (tecnicamente sui crostacei ma ho fatto un anno di tirocinio lì e di certo non di soli crostacei mi sono occupato). Infatti IO NON SONO ITTIOPATOLOGO​:kissing_heart: io vi do un opinione da profano il referto lo fanno in IZS. È una distinzione fondamentale. Io non faccio diagnosi sui pesci esattamente per lo stesso principio per cui se sto male mi rivolgo a un medico e non apro Google :grimacing:immagino tu per primo mi capisca​:kissing_heart: ovviamente l’ittiopatologia non ha lo stesso grado di accuratezza della medicina (e ci mancherebbe, il costo di un analisi completa è minore del ticket medio e poi sinceramente i pesci so pesci le persone so persone). Può capitare che qualcuno sia specializzato in specie particolari ma si affrontano le patologie per linee generali. Per alcune specie/categorie ci sono delle linee guida particolari o delle eccezioni conosciute, ma su tante non c’è neanche la specie formalmente descritta :joy:. Quando si fanno analisi sulle koi l’appassionato medio si scandalizza che il veterinario non conosca le centomila differenti varietà… ma sarebbe inutile non cambia nulla da una varietà all’altra. Meglio occupare la mente imparando tutte le malattie. Anche tra molte specie non cambia nulla, sinceramente. Le differenza spesso sono microscopiche e inutili. Le tipologie di antibiotico per uso sui pesci sono 5. Spesso non serve neanche identificare la specie del patogeno, basta il genere. Comunque le analisi danno un sacco di info utili, soprattutto nell’ottica di mantenere una popolazione (infatti sono usate principalmente da allevatori/importatori che sacrificano anche in via preventiva degli esemplari, svolgono i controlli e salvano la stragrande maggioranza degli individui). Per le particolarità specie specifiche va un po’ a culo… diciamo dipende dall’esperienza del vet, quanti e che casi ha affrontato, per esempio se ha lavorato nel campo degli acquari è un bel plus di solito perché ne ha viste un sacco. Di contro purtroppo il 99,99999% delle patologie sono sempre le stesse, batteriosi da aeromonas o vibrio, ictyo e poco altro. Nella stragrande maggioranza dei casi i pesci muoiono per i soliti 4 motivi che conosciamo tutti.
2 non esistono specialisti del genere. Chi mai l’ha visto un dermatologo dei pesci :sweat_smile:? Se il callo cutaneo non deve esserci ma c’è e non è dovuto a patogeni secondo me la risposta genetica è possibile. Non credo l’abbia data neanche come certa. Purtroppo in acquariofilia succede spesso. Tanti pesci che girano soprattutto se rari derivano da pescate singole… e certe mutazioni si fissano in due o tre generazioni. Gli scalare blu che smerciava glaser sembrano essere degli f2/f3. Purtroppo in ittiopatologia non si lavora in team di dieci… non ce ne è propio l’interesse (neanche i veterinari per cani arrivano a queste specializzazioni)