Hypsolebias (ex Simpsonichtys) marginatus, è un piccolo killi annuale originario dello stato brasiliano di Goias, e in particolare del villaggio di Barro Alto. Era qui presente in un’unica location, purtroppo distrutta verso il 2000 per far posto ad alcune coltivazioni di soia (o da una risaia); per fortuna un acquariofilo di nome Alvaro Cyrino ne aveva prelevato una coppia ed era riuscito ad ottenere uova, e altri acquariofili brasiliani (soprattutto il defunto Edson Lopes) si sono impegnati a distribuire la specie in Brasile e nel resto del mondo, permettendone la sopravvivenza in cattività.
Come ho già detto in precedenza questo killi ha un ciclo di vita annuale, o meglio stagionale, ovvero vive in corpi d’acqua soggetti a periodico prosciugamento, e sopravvivono deponendo le uova nel substrato, nel quale sopravvivono alla stagione secca; di solito sono caratterizzati da un fondo argilloso (necessario per la sopravvivenza delle uova) e come aspetto posso variare molto, da stagni più o meno grandi a pianure allagate.
Ho conosciuto questa specie leggendo la discussione di Jacopo Tiranti su Acquaportal, ed è rimasta come un pallino fisso. Appena ho fatto abbastanza esperienza con altri killi più facili ho iniziato a cercarla, e ho ricevuto verso metà marzo un buon quantitativo di uova da un allevatore ceco.
Ho schiuso le uova la prima volta verso inizio maggio e la seconda volta un mese dopo; a differenza di quanto avevo letto su AP gli avannotti erano in grado fin da subito o quasi di cibarsi di naupli e il numero di belly slider era ridotto, come era ridotta la sensibilità ai cambi d’acqua (ma in accordo con ciò che scrivevano Vilpoux e Pillet). La schiusa è avvenuta in contenitori da mezzo litro con acqua di rubinetto decantata e 1/3 di pastiglia di ossigeno. i piccoli sono stati tenuti in questi 3-5 giorni a irrobustirsi, poi sono stati spostati in contenitori da 2 L e infine in alcuni da 10 L. Li ho alimentati esclusivamente con naupli fino a che non hanno raggiunto la lunghezza di 1-1,5 cm, dopo la quale sono passato a dafnie e larve di zanzara (i cui genitori hanno preteso un tributo di sangue) raccolte in natura.
Purtroppo ho avuto durante l’estate ho avuto qualche problema tra cui: studio ed esami universitari, volontariato, impegni vari che mi hanno tolto tempi per i cambi d’acqua; fluttuazioni nella disponibilità del cibo; e infine le botte di caldo osceno dell’estate hanno contribuito a ridurne il numero. Comunque ne erano rimasti 12, e a quel punto li ho spostati dal posto in cui erano cresciuti fino ad allora, che giudicavo troppo illuminato e che non permetteva ai pesci di mostrare i colori, in un’altro posto più scuro in una vasca da 20 L, cercando nel frattempo di vedere se deponevano e di svezzarli al surgelato. E qui la prima rogna: si sono dimostrati estremamente schizzinosi, rifiutando o mangiando veramente di controvoglia i vari tipi di surgelato che gli proponevo, costringendomi a continuare con il vivo. Poi è arrivata un’altra rogna: mi son ritrovato solo con tre femmine (ma questo me l’aspettavo, questi sudamericani molto spesso hanno una sex ratio sbilanciata). Infine ho scoperto che erano ghiotti di chaoborus surgelato (‘casualmente’ il tipo di cibo surgelato più costoso e difficile da reperire), e ho cominciato a nutrirli con questo due volte al dì, vedendo quindi un chiaro miglioramento nella salute degli esemplari (nella vasca son rimasti solo un maschio e le femmine)
Finalmente il 23 del mese scorso son riuscito a raccogliere le prime 6 uova, e ieri ne ho raccolte parecchie decine. Quindi ora spero di continuare così e riuscire, se non faccio pirlate, a ottenere una nuova generazione e distribuire questa specie
Grazie (non trovavo come inserire i video in quel modo)
Comunque mi son dimenticato di dire che di recente ho perso due femmine e due maschi per sovralimentazione, quindi ho tre coppie e ogni tanto fanno digiuno
Dalla mia esperienza non li ritengo difficili da mantenere: bisogna solo seguirli costantemente
Più avanti proverò a tenerli in acqua più tenera e acida
Esperienza interessantissima! Tienici aggiornati. Se hai la possibilità di tenere separati gli esemplari ti butto la un idea. il cibo vivo prelevato in natura, per quanto ottimo come valori nutrizionali, spesso è vettore di parassiti. Riesci a mantenere degli esemplari nutriti con cibo sicuramente esente da patogeni (secco,congelato, le scatolette Koral) e degli altri con cibo prelevato in natura? Non vogli dirti che alcuni tuoi problemi provengano da lì (normalmente le larve di zanzare non sono così zeppe di parassiti, mentre i tubifex sono pieni delle peggio cose) ma volevo lanciartelo come spunto.
I killi sono pesci stupendi e, se da un lato se ne scoprono sempre di nuovi, dall’altro ogni anno qualche popolazione scompare. Ottimo lavoro! Esiste un gruppo che si adopera alla loro conservazione ? Sei iscritto a CARES?
boh, io so di killifili che mantengono i loro pesci solo con cibo vivo raccolto in natura, tipo Hoetmer che ha il fosso davanti a casa e tutto il cibo che da ai suoi pesci proviene da lì, quindi non mi sono mai posto il problema parassiti, visto anche che lo raccolgo da dei corpi d’acqua abbastanza isolati. io lo uso perchè rispetto al resto aiuta tantissimo i pesci in accrescimento, che devono metter su taglia. io davo un mix di larve di zanzara e dafnie, con rari chaoborus e ostracodi
comunque per l’anno prossimo mi sto attrezzando per produrne una parte maggiore in giardino, e tagliare la testa al toro
per ora sono nutriti con glassworm surgelato, che accettano senza problemi, e ora che sono più parco non sembrano esserci problemi. poi questa è la mia prima esperienza con questo pesce, quindi non mi espongo troppo
domani ricontrollo il barattolo della deposizione e vediamo come va
sul fatto della conservazione dei killi, beh, è vero che moltissimi sono minacciati, ed è un problema soprattutto dei sudamericani, che soffrono tantissimo il disboscamento, l’urbanizzazione e la trasformazione dei loro biotopi in zone agricole. ma anche dalla Tanzania non ci sono novità incoraggianti, e molti Aphanius sono minacciatissimi o estinti in natura, come tutte e tre le Valencia, non parliamo poi dei Pachypanchax del Madagascar…
no, non sono in nessun gruppo, ma sono iscritto ad AIK, perchè prima di impegnarmi sul serio devo imparare a essere meno cazzone
Mi sono reso conto che nessuna foto in circolazione rende veramente i colori di questo pesce, soprattutto quando è in ‘modalità sciupafemmine’ dopo l’accensione delle luci, quando diventa di un bel marrone mattone
Purtroppo resta così relativamente poco, e si comporta come una scheggia impazzita, difficile da mettere a fuoco